- Dicembre 22, 2023
- Posted by: Francesco D.
- Categories: Corsi, News
Acquistare un drone per il proprio lavoro richiede qualifiche e conoscenze specifiche
Chi si avvicina al mondo dei droni professionali si ritrova, nella massima parte dei casi, ad affrontare la questione dell’acquisto di un UAS adatto a determinati usi. In questo campo, la figura del pilota tende a coincidere con quella dell’operatore e sono pochi i casi di piloti che usano droni con proprietà riconducibile a terzi (quali persone fisiche, aziende o enti di varia connotazione). Ne consegue che, solitamente, chi usa un drone ne è anche il proprietario e lo ha acquistato direttamente.
L’acquisto di un drone o UAS, così come l’acquisto di qualsiasi altra cosa, è la risposta ad un percorso algoritmico di domande e risposte poste dal potenziale acquirente, percorso che culmina per l’appunto con la dotazione di questo nuovo dispositivo tecnologico. L’acquisto effettivo “chiude” l’algoritmo, ossia arriva ad un risultato che risponde positivamente a tutte le domande e a tutti i dubbi emersi durante la ricerca. Trattandosi di droni professionali, ergo utilizzati per ottimizzare la propria attività lavorativa, è normale cercare la miglior soluzione possibile, nonché il miglior rapporto qualità-prezzo, oltre che alti livelli di affidabilità. L’acquisto di un drone per integrare il proprio lavoro rende subito chiaro un semplice concetto: la propria credibilità professionale, nonché parte della propria immagine trasmessa all’esterno, andranno a compenetrarsi col drone scelto, che di fatto diventerà un mezzo attraverso il quale mostrare ai clienti e agli esterni come il professionista svolge il proprio lavoro. Pertanto, non si tratta di una cosa trascurabile.
Comprare un drone comporta alcune complessità aggiuntive rispetto all’acquisto di altri dispositivi impiegati per scopi professionali: i droni sono afferenti ad un campo normato col quale bisogna necessariamente confrontarsi, e trattandosi di mezzi aerei, sono soggetti ad una serie di rischi aggiuntivi rispetto ai consueti dispositivi che possono essere utilizzati da terra. Integrare gli UAS alla propria attività professionale significa, pertanto, interfacciarsi con un mondo nuovo che garantisce grandi soddisfazioni ma comporta anche una serie di nuove responsabilità.
1. Valutare ciò per cui si utilizzerà il drone
Durante la ricerca del drone ideale da acquistare per poter svolgere le proprie attività lavorative, bisogna essere chiari e decisi su cosa si va a cercare, dato che i droni ormai occupano nicchie variegate per dimensioni, scopi, dotazioni e prezzi. Un drone che si vuole usare per effettuare riprese aeree amatoriali, o semplicemente per svago, non è lo stesso drone che si presta alla mappatura dettagliata di numerosi ettari di pendii scoscesi volta all’elaborazione di modelli 3D aerofotogrammetrici. Il quadro delle scelte in realtà è molto più complesso rispetto alla generalizzazione appena fatta, e per questo motivo è essenziale sapersi orientare nella ricerca del drone congeniale ai propri usi. Case produttrici come DJI offrono, oltre alla descrizione delle caratteristiche tecniche dei propri droni, anche descrizioni di applicazioni pratiche dei droni stessi, nonché dei dispositivi integrativi e dei programmi utilizzati ai fini dell’elaborazione dei dati. Inoltre, molti video dimostrativi illustrano ai potenziali acquirenti le effettive possibilità d’uso di un dato UAS, e questo permette ad un professionista di verificare in modo quasi istantaneo quanto il prodotto si presta alle proprie esigenze.
2. Verificare la compatibilità dell’uso con la normativa
L’uso che si vuole fare del drone da acquistare deve essere compatibile con le normative vigenti, dato che le classificazioni ENAC prima e le classificazioni EASA poi hanno marcato criteri di categorizzazione degli UAS in base al peso del drone al decollo e al rischio che esso pone per terzi. Le attività professionali possono aver luogo in una vasta gamma di aree operative, che spaziano dai centri abitati molto trafficati ai terreni con densità abitativa praticamente nulla: ebbene, per ogni casistica ci sono determinate restrizioni e un operatore UAS professionale deve vagliare ciascuna di esse. Non è da escludere la possibilità di acquistare più di un UAS per la stessa “mansione”, ma con caratteristiche e soglie di peso diverse, proprio per garantire una maggiore adattabilità del professionista ai vari scenari operativi che si possono delineare.
3. Avere la qualifica adatta al drone e all’uso
Il pilota del drone deve rispondere ai requisiti richiesti dalla normativa per quanto concerne il suo uso. La qualifica contemplata dalle nuove regole EASA va a delineare gli scenari operativi e le qualifiche necessarie per poter essere conformi ad essi, sia per quanto riguarda il drone che il suo pilota. È pertanto imperativo formarsi prima dell’acquisto del drone, e per le qualifiche più avanzate bisogna rivolgersi a centri di addestramento censiti e autorizzati dagli enti regolatori in tema di aviazione civile. Per gli usi più specializzati, quello che volgarmente viene definito “patentino” (termine decisamente improprio ma che ha acquisito una sua popolarità) cede il posto a corsi molto più specifici e caratterizzanti, come il SORA (Specific Operations Risk Assessment) e il CRM (Crew Resource Management), che vista la loro complessità si pongono come un confine di demarcazione netto tra l’uso hobbistico dei droni e quello professionale.
4. Registrare e assicurare il drone professionale
Avere il drone e una qualifica adatta al suo uso sono entrambe condizioni necessarie, ma non sufficienti, per poter procedere, soprattutto in un contesto professionale. Il drone va registrato sulla piattaforma D-Flight di ENAV, pagando la relativa quota e inserendo i dati richiesti. Prima di far ciò, è obbligatorio anche assicurare il drone tramite un’apposita convenzione assicurativa che vada a contemplare, nello specifico, l’uso dei droni e i potenziali danni a terzi. È essenziale comprendere la differenza tra una vera convenzione assicurativa per droni e una copertura dei danni che il drone può subire, dato che è la prima e non la seconda a risultare obbligatoria e ciò ha generato in passato non poca confusione. Vista l’assimilazione della normativa sui droni alla normativa aeronautica di base, la mancanza di una copertura assicurativa per gli UAS ha fino a poco tempo fa previsto la stessa multa a sei cifre prevista per l’impiego di un aeromobile con pilota a bordo ma senza assicurazione.
5. Essere critici e proattivi nei confronti dell’usato
Il mercato dell’usato esiste e si applica ad una miriade di beni mobili, droni inclusi. In questa sede non si scoraggia in toto l’acquisto di un drone di seconda mano, ma diventa imperativo andare a sottolineare l’importanza dell’affidabilità e della corretta manutenzione di un UAS del quale non si conosce la vita operativa. L’usato deve essere opportunamente valutato e controllato, in quanto la scarsa manutenzione – così come contemplato dai manuali operativi – può portare a malfunzionamenti immediati e catastrofici, il tutto anche se a prima vista il drone di seconda mano sembra “immacolato”. Bisogna tenere sempre a mente che tutto ciò che vola è soggetto ad uno spettro di rischi e pericoli maggiore, e che un inconveniente grave può essere il risultato della scarsa manutenzione del proprietario precedente del drone. Sì all’usato se è l’unica opzione disponibile nell’immediato, ma non dimentichiamo mai che quello che si risparmia in primo luogo rispetto al prodotto nuovo può essere restituito, e con gli interessi, a causa della scarsa manutenzione. Lo stesso principio riguarda le batterie usate ai droni, che devono essere usate, ricaricate e mantenute a riposo in modi appropriati.
Francesco D’Amico
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